
Il Nebbiolo Sassi Arsi del Crotto Quartino è arrivato. Ecco perché la prossima volta che passi da noi, dovrai scegliere questo vino. Selezionato da noi per te.
Le presentazioni son dovute vero?
Ciao da Mauro e Fabio, i proprietari del Crotto Quartino,
-il Crotto n.1 in Valchiavenna- la patria dei Crotti!
Lo siamo diventati grazie a te, che ci segui e ci sostieni.
Siamo a S. Croce di Piuro a 5 chilometri dal centro di Chiavenna, direzione Passo del Maloja.
Se ci conosci già lo sai. Non sappiamo fare altro che i piatti tradizionali della Valchiavenna… salumi, Pizzoccheri bianchi, costine, polenta taragna e “leggerezze” simili. Se vuoi rosicare dai un'occhiata al Menu Autentica Valchiavenna da questo link
Siamo sulla strada che porta la Passo del Maloja e Sankt Moritz, a un'oretta abbondante da Milano, niente di trascendentale...
Tutto questo pandemonio deve essere innaffiato con vino all’altezza della situazione.
Il vino in questione è il Nebbiolo Sassi Arsi.
Il nome la dice lunga sulle sue origini… nel pieno della Sassella, sopra la cittadina di Sondrio, nasce questo vino, esposto al sole cocente.
Quando nasce il Nebbiolo Sassi Arsi?
Due anni fa, noi del team, andammo in Piemonte per far visita ad una delle cantine storiche del Barolo. Conterno Fantino. Bisogna ricordare che la Valtellina e il Piemonte sono le uniche due regioni dove si coltiva il vitigno in questione, ossia il Nebbiolo, in modo massiccio. I vini hanno infatti delle caratteristiche molto simili.
La difficoltà nel coltivare questo vitigno sta nel fatto che ha una fioritura precoce e una maturazione tardiva. Di conseguenza, il periodo in cui le piante sono esposte agli agenti atmosferici e rischiano di rovinarsi, è molto più lungo. Inoltre in Valtellina si coltiva sui terrazzamenti, faticando non poco per la lavorazione poco meccanizzata delle vigne.
Ma andiamo oltre se no mi metti in spam 
Dove eravamo rimasti? Alla cantina Conterno Fantino…
Parlammo a lungo con la Sig.ra Alda Conterno, moglie di Guido Fantino… stiamo parlando di coloro che hanno contribuito fortemente alla nascita del movimento del Barolo.
Una rivoluzione culturale nell’enologia italiana.
Grazie anche a loro, un intero territorio è cambiato ed è uscito da un lungo periodo buio.
Bene, bevendo e chiacchierando, Alda mi chiese come fosse la nostra attività di ristorazione e le raccontai che abbiamo una osteria tradizionale dispersa nella Valchiavenna, dove proponiamo una cucina focalizzata solosui prodotti del territorio senza divagazione alcuna.
Degli estremisti della ristorazione. Pochissimi piatti, al limite della legalità… (Non il ristorante, ma la ristretta proposta culinaria, che credevi ) 
Questo fu sufficiente per illuminarla e si complimentò per la nostra visione. Non ce lo saremmo mai aspettato… noi diamo per scontato ciò che facciamo, mentre invece non è detto che lo sia.
Continuò chiedendomi che tipo di vini proponessimo ai nostri clienti.
– La mia risposta fu ovviamente – “Vino sfuso a caraffa e qualche bottiglia di nebbiolo valtellinese di montagna.”
Non ne fu contenta… neanche un po… “ma come? una osteria vera che vende vino in caraffa?” – Non si può vedere, fu la risposta – “Devi cambiare!”
La strada verso il Nebbiolo SASSI ARSI…
Rimasi come il cucù e le chiesi il motivo. La risposta fu “Il vino deve avere una sua identità territoriale e nondeve essere un prodotto indifferenziato e anonimo e la rinascita dei territori deve passare dall’agricoltura che deve muovere e smuovere le coscienze di coloro che lavorano sul territorio e degli ospiti che la visitano”
E poi continuò – “Il vino è stato il traino per la rinascita del Piemonte che era estremamente povero e rurale ed il vino sfuso, stava contribuendo a mantenere bassa la percezione del valore del territorio”
– Finì dicendo – “Qui in Piemonte, grazie al movimento del vino sono cresciuti una miriade di ottimi ristoranti che danno onore e lustro al territorio.
Sono però scomparse le osterie, estinte come i dinosauri… E questo lo dovete evitare, continuate cosi ed alzate il livello dei vini serviti”
Fu una lezione di strategia territoriale degna della migliore università, gratis. Ed in più bevemmo fiumi di Barolo… Dopo una riflessione difficoltosa anche a causa dell’enorme quantità di vino assaggiato (tracannato), iniziammo a metabolizzare la sua pesante strigliata.
La preoccupazione ci assalì subito… “Che cavolo racconteremo ai clienti? Se elimineremo il vino sfuso ci rincorreranno con la scopa…Non avremo più pace!”
Quindi le dicemmo “E ma è un bel casino cambiare cosi radicalmente, avendo una quantità di clienti così importante, legata al vino sfuso…”
“Certo” – rispose – “fatelo per gradi e se sarete onesti con loro, vi seguiranno e apprezzeranno”
A sbornia smaltita, ci mettemmo subito al lavoro…
E’ nato il Nebbiolo Sassi Arsi
Oggi, dopo due anni, (per il vino ci va tempo) presentiamo il nostro Nebbiolo SASSI ARSI. Un Nebbiolo di montagna, vinificato nella sottozona della Sassella, prodotto con vinificazione tradizionale. (Tradotto in parole povere, vino fatto come una volta, senza i difetti di una volta)
Ecco il nostro Nebbiolo SASSI ARSI
“La sassella arsa dal sole, è la sottozona di produzione più conosciuta del Valtellina Superiore.
Questo vino racconta e rappresenta l’essenza delle uve di nebbiolo di montagna”
Proporremo solo Nebbiolo SASSI ARSI?
Certo che no, tranquillo… per ora il vino sfuso rimane, ed è vivo e vegeto, anche se molti clienti si sono già fatti ingolosire dai nostri vini e li stanno apprezzando. Ma sappi che la via intrapresa è questa. Vini del territorio, con vitigni del territorio, accostati alla cucina del… territorio
Piemonte docet! Noi impariamo dai giganti ed andiamo avanti.
Cos’è il Nebbiolo SASSI ARSI in parole povere?
E’ un vino Rappresentativo del territorio
Racchiude tutte le tipicità del vitigno Nebbiolo di montagna
Quali sono queste tipicità? Vediamo…
- Prodotto con uve Nebbiolo di montagna vinificato in purezza. In Valtellina da 1000 anni si coltiva solo Nebbiolo. Qualche tentativo su altri vitigni è stato fatto, senza grossi successi, a parere nostro ovviamente. Il territorio ha delle caratteristiche climatiche che vanno d’accordo con questo vitigno, complicato da coltivare, ma che alla fine regala grandi risultati
- Vinificazione tradizionale: Botti di rovere di grandi dimensioni, dove i tannini dei legni non aggrediscono il vino causando, come lo chiamiamo noi scherzosamente, “effetto perlinato”. Condizione che ti impedisce di distinguere qualsiasi vino e che alla fine sembra che abbia tutto lo stesso sapore, a noi i vini piace berli.
Legno si, ma con moderazione. - Affinamento: molto più lungo rispetto alla media. Il Nebbiolo SASSI ARSI è annata 2013, ma anche i nostri altri due vini, CORTINACCIO anno 2015 e RUPES anno 2011, hanno affinamenti importanti. Questo perché il vitigno Nebbiolo, necessita di lunghi tempi di affinamento per dare il meglio di se ed equilibrarsi. Una volta passato questo periodo però diventa suntuoso e vellutato, si beve che è un piacere. Non aspettarti vini stucchevoli e pesanti. Questo non succederà

Il Nebbiolo SASSI ARSI “alla lente di ingrandimento”
Vigneti
Ricadenti sul versante retico da est a ovest con esposizione a sud siti all’interno della zona di produzione del Valtellina Superiore Sassella
ad un’altitudine tra i 300 e i 400 m. s.l.m. nei comuni di Sondrio e Castione Andevenno. Terreno franco-sabbioso, permeabile all’acqua, moderatamente profondo.
Uvaggio
Nebbiolo ed in piccola percentuale da altre uve autoctone valtellinesi come Rossola e Pignola
Affinamento
12 mesi in botti di rovere, riposa poi in serbatoi di acciaio inox e vasche di calcestruzzo
Contenuto alcolico
13% vol.
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